venerdì 3 luglio 2015

Outlander

Benvenuti al primo appuntamento con questa nuova rubrica!
Essendo una novità spieghiamo brevemente di cosa di tratta: io e Lale, condividendo questo blog, ogni tanto ci cimenteremo in recensioni (di libri, film, serie tv etc) doppie come quella segue; sarà quindi una specie di doppia intervista in cui affronteremo le stesse tematiche ma ognuna col suo punto di vista.
Il nostro primo incontro riguarda la serie tv di Outlander che ci ha letteralmente conquistate, al punto che, entrambe, abbiamo avuto l'irrefrenabile impulso di scrivere il nostro commento al riguardo!


OUTLANDER
Serie TV

J:
L:

Paese: USA/UK
Anno: 2014/15
Episodi: 1° stagione - 16 episodi
Stagione: una, rinnovata per la seconda

Trama: Claire Randall, un'infermiera della seconda guerra mondiale viene misteriosamente catapultata indietro nel tempo nella Scozia del XVIII secolo.
Si ritrova così in un mondo sconosciuto in cui la sua stessa vita è in pericolo. Nel passato incontra Jamie Fraser, un giovane soldato scozzese cavalleresco e romantico, che farà vacillare il suo amore per il marito Frank Randall. 1945 e 1743, Jamie e Frank. Due uomini, due epoche. L'amore di una sola donna: Claire.



RECENSIONE

J: Tratto dall’omonimo romanzo di Diana Gabaldon del 1991, Outlander è un soffio di aria fresca nel mondo delle serie tv dove ormai si susseguono show che puntano il proprio successo sulla fortuna e rischiano la cancellazione una stagione sì e l’altra pure. La trama, di per sé non particolarmente complessa, si sviluppa sul tema del viaggio nel tempo che nel vecchio continente non è tenuto in considerazione tanto quanto nel nuovo mondo.
Claire, forte e indipendente infermiera inglese, cerca di riprendere le redini della sua vita col marito Frank dopo la fine della guerra facendo un viaggio fra le Highlands scozzesi. Quello che di certo non si aspetta è che il viaggio, che dovrebbe riavvicinarla al marito, la porterà più lontano di quanto avrebbe mai creduto possibile, fino alla Scozia del diciottesimo secolo dove la attende Jamie. La nuova vita la metterà così, davanti a scelte che potrebbero cambiare drasticamente la storia. E non solo la sua.

L: Ammetto che prima di questa serie TV la parola ‘Outlander’ per me si riferiva soltanto all'omonimo film del 2009 e non di certo alla Saga di Claire Randall. Ero abbastanza ignorante da non sapere del libro di Diana Gabaldon, a cui questa serie è mille volte più fedele del vecchio film, che dal testo originale probabilmente trattiene soltanto l’ambientazione.
La serie TV Outlander fonde in modo maestrale delle vicende storiche con una storia d’amore: infatti, sullo sfondo del romance di Claire e Jamie sfilano l’occupazione inglese delle terre Scozzesi, la resistenza giacobina e tutti gli usi e i costumi del XVIII secolo. La vicenda conquista gradualmente lo spettatore, non solo intrattenendolo con eventi avvincenti che lo costringono a rimanere incollato davanti al piccolo schermo, ma quasi istruendolo su come si vivesse all'epoca.
J: La cosa che ho più apprezzato della serie è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi. I tre protagonisti vengono presentati immediatamente: sono caratteri ben definiti e dalla personalità forte. Devo ammettere che, anche se senza una ragione specifica, avevo subito indicato Frank come il villain e sebbene mi sia sbagliata, non è stato un completo errore. Tobias Menzies, che oltre a interpretare Frank ha anche il ruolo di Randall, è un cattivo coi fiocchi. Se mi immagino un cattivo è lui che vedo: riesce a tirar fuori la crudeltà del suo personaggio con (quella che sembra) una disinvoltura naturale. Il che a ben vedere è un po’ preoccupante xD.
Se il villain è il personaggio che più mi ha colpito, lo stesso non si può certo dire della protagonista o meglio dell’attrice che la interpreta. Claire è uno spirito libero, temprata dalla guerra sa quello che vuole e, venendo dal futuro, non accetta la condizione di sottomissione che ci si aspetterebbe da una donna nel Diciottesimo secolo. Purtroppo, a mio avviso, Caitriona Balfe non è una scelta eccellente. Fa il suo dovere, eh, ma la sensazione che ho avuto è che si immedesimi poco nel personaggio.
Cosa che invece non si può dire per Sam Heughan che interpreta Jamie alla perfezione: l’innocenza, l’amore, la vergogna, il dolore e il coraggio del personaggio vengono fuori a ogni scena (oltre a una buona dose di vedo/non vedo da rifarsi gli occhi). Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati e riescono ad alleggerire le situazioni difficili con quell’ironia tipica che ci si aspetta da uno scozzese!

L: Già dalla prima puntata, Claire mi è piaciuta subito. È una donna abbastanza sicura di sé da non piangersi addosso (se non in casi estremi) come, invece, potrebbe fare la tipica protagonista femminile che sta ferma, in attesa del principe azzurro che arrivi a salvarla. Il suo background è perfettamente rispecchiato nella sua personalità: la sua esperienza da infermiera al fronte l’hanno resa quello che è, e lei non ha paura di dimostrarsi testarda, inarrestabile, ma anche premurosa e gentile quando serve. Nonostante sia consapevole di essersi ritrovata in una società fondamentalmente maschilista e patriarcale, lotta per guadagnarsi il rispetto che merita da chi le sta intorno.
Tuttavia, forse Caitriona Balfe (Claire) non è stata la migliore interprete. Se devo scegliere l’attore la cui interpretazione mi ha colpito di più, vado sicuramente su Tobias Menzies, che ha dato vita a Black Jack Randall: nonostante non sia un uomo dalle espressioni facciali particolarmente articolate, ha saputo calarsi perfettamente nella parte. Era da molto tempo che non mi capitava di odiare un antagonista tanto quanto ho odiato lui mentre guardavo questa serie. Mi ha lasciata letteralmente stupefatta, pendevo dalle sue labbra a causa dell’orrore che le sue parole spesso mi suscitavano.
Riguardo al resto del cast, mi ha fatto sorridere venire a sapere che alcuni di loro fossero veramente di origini scozzesi; in ogni caso, evito di dilungarmi oltre e vi dico solo che hanno fatto tutti un lavoro magnifico. Vorrei, infine, fare una menzione speciale all'aspetto fisico di Sam Heughan (Jamie), visione particolarmente apprezzata durante tutto il telefilm.
J: Per diretta ammissione degli stessi attori, molte delle sene della serie tv in questione sono state girate in esterno, e si vede. Panoramiche mozzafiato e scenografie ben progettate danno quel tocco alla serie che la rende vera, togliendole la patina di finzione che spesso viene fuori da progetti ambientati in periodi non contemporanei.
Non essendo un’esperta di regia e fotografia eviterò di soffermarmi su cose che non mi competono, ma devo proprio dire che la scelta di certe inquadrature rendono molto bene la drammaticità di alcuni momenti e l’esaltazione – a tratti psicotica - di altri.
Di seguito spoiler (evidenziate per leggere): mi riferisco precisamente alla scena di quando Randall racconta la fustigazione di Jamie, il piacere che il personaggio prova e di cui parla viene trasmesso dalle parole alle immagini con una fluidità che fa veramente accapponare la pelle per l’orrore che trasmette. Stesso discorso vale per la prima notte di nozze di Jamie e Claire: le inquadrature riescono a trasmettere allo spettatore le sensazioni di timidezza, di scoperta, di vergogna e perché no, di amore, che i due personaggi provano senza il bisogno di spiegazioni verbali.
Ad accompagnare magnifici panorami c’è una colonna sonora non troppo ampia che si basa sui suoni che tipicamente vengono associati alla Scozia, prime fra tutte le cornamuse.

L: Purtroppo, tutto ciò che posso giudicare in materia di scenografie sono le location.
Le Highlands scozzesi sono state descritte come uno dei panorami più scenografici di tutta Europa (con tutta la ragione del mondo). L'area è un alternarsi di catene montuose e valli verdi, oltre che di castelli, laghi, boschi e animali, domestici e selvatici. Tutto ciò è stato lo sfondo perfetto per lo svolgersi delle vicende di Outlander, sia per questioni di attinenza alla trama, sia come sostegno al panorama storico che la serie voleva inquadrare: infatti il fatto che il posto sia scarsamente abitato ed edificato ha permesso ad un drama storico come questo di girare liberamente all’aperto.
Mentre guardavo la serie, riuscivo quasi ad immaginarmi ad attraversare quelle zone insieme ad i personaggi, e devo ammettere che il panorama mi sarebbe piaciuto molto. Il posto più nominato è stato Inverness e, facendo delle ricerche, ho capito il motivo: tra i pochi centri abitati, è il più grande e importante. Lì vicino si ritrova sulla collina di Craigh na Dun, su cui sorge un antico cerchio di pietre druidico, che diventerà luogo chiave per il viaggio di Claire. Le credenze arcane ed esoteriche che accompagnano questo luogo per tutta la trama – nel 1743, ma anche nel 1945 – mi hanno fatto pensare al più famoso sito Stonehenge. Sarei curiosa di sapere se questo tipo di costruzioni, che sembra così ricorrente in Gran Bretagna, abbia origine da una cultura comune.
J: Per molti versi la serie tv di Outlander è stata associata a quella di Game of Thrones per le tematiche trattate e le immagini mostrate. Indubbiamente le due serie hanno vari punti in comune, ma io sono dell’idea che Outlander – forse perché scritto da una donna, forse proprio perché il punto di vista è quello di una donna – affronti temi pesanti, come lo stupro e la tortura, con un coinvolgimento e una consapevolezza maggiori. E siccome la recensione non è il confronto sulle due serie, procediamo da qui.
Posizionandosi in un periodo storico di “guerra”, Outlander mostra inevitabilmente la violenza che caratterizzava il Settecento Inglese/Scozzese, questa è però trattata con molta intelligenza in quanto le immagini più crude sono lasciate all’immaginazione dello spettatore, mentre quelle “sopportabili” vengono cucite insieme in modo da rendere la situazione completamente reale per chi guarda.
A livello psicologico ed emozionale ogni tema viene toccato e approfondito: l’onore e l’orgoglio la fanno da padroni, lasciando – a volte – indietro l’amore che però piano piano riesce a trovare la sua strada, forse un po’ forzatamente. La famiglia e l’amicizia si basano su rapporti di lealtà e fiducia, mentre i legami di sangue ballano fra l’essere un ostacolo e l’essere la forza per andare avanti.
Parlando di amore e violenza, per quanto appetibile come accoppiamento, è doveroso parlare di come questa serie affronti la nudità sia femminile che maschile. Sì, avete capito bene: in Outlander in nudo maschile e quello femminile sono sullo stesso livello, mostrati entrambi integralmente sia davanti che dietro, ed entrambi usati solo ed esclusivamente quando necessario e non in funzione di un incremento dell’interesse (dai ammettiamolo, il nudo integrale di Jamie lo volevamo tutte xD).

L: Come ci si aspetterebbe da una storia del genere, essa si basa molto su temi come il la politica, l’onore, il lignaggio. La serie si basa anche molto sulla fisicità: inizalmente sembra quasi voler dipingere una linea di confine tra gli scozzesi, inquadrati come persone rudi, poco acculturate, dalla mente chiusa, in contrasto invece con gli inglesi tutti dediti all’integrità, alla rispettabilità e all’etichetta. Con il procedere degli eventi, tuttavia, ciò si capovolge: inevitabilmente si inizia a simpatizzare per gli scozzesi, nonostante continuino a soprannominare Claire Sassenach (‘sassone’) in modo pressoché dispregiativo e a parlare tra di loro in scozzese per escluderla; essi non desiderano altro che la libertà dall’occupazione inglese per sé e per le proprie famiglie. Invece gli inglesi – e in particolare il loro rappresentante all’interno della serie, Black Jack – si rivelano ipocriti, razzisti, prepotenti, perfino crudeli.
Ad accompagnare questa trasformazione, non potevano mancare violenze fisiche e stupri, rappresentate allo spettatore come un alternarsi di vedo-e-non-vedo che spesso rende le scene ancora più cruente, essendo che esse sono lasciate parzialmente all’immaginazione. Ancora peggiori sono state le violenze psicologiche che hanno caratterizzato, in particolare, gli ultimi episodi: sono state dei dettagli che hanno arricchito e reso verosimile la storia, ma allo stesso tempo sono state quelle che mi hanno amareggiata maggiormente; nonostante sapessi che si trattava di un telefilm, non riuscivo a capacitarmi di come una persona – o, per meglio dire, un personaggio – potesse fare o subire tanta cattiveria. In questo caso, la sessualità si contorce per diventare anch’essa deformata e morbosa.
La storia d’amore che sboccia gradualmente tra Claire e Jamie è una boccata di respiro in mezzo a questo quadro cruento. La loro sessualità imbarazzata e impacciata li fa sorridere. Nonostante anch’essi dovranno evolvere e crescere come coppia man mano che il gioco si fa duro, questo alone di simpatia per loro resta e fa pensare che, fortunatamente, al mondo c’è anche un po’ di bene.

La gente scompare di continuo, chiedetelo a qualunque poliziotto. O, meglio ancora, a un giornalista: le scomparse sono il loro pane quotidiano
Ragazzine che scappano di casa, bambini che sfuggono di mano ai genitori e spariscono senza lasciare traccia. Casalinghe frustrate che, avendone fin sopra i capelli, prendono i soldi delle spese e fuggono in taxi fino alla stazione dei treni. Uomini delle finanza che cambiano nome e svaniscono nel fumo di sigari d'importazione.
Molti di loro vengono ritrovati, alla fine, vivi o morti. Alle scomparse, dopotutto, una spiegazione c'è
Di solito.




Informazioni:

Cast: Caitriona Balfe: Claire Beauchamp Randall, Sam Heughan: Jamie Fraser, Tobias Menzies: Frank Randall / Jonathan Randall, Gary Lewis: Colum MacKenzie, Graham McTavish: Dougal MacKenzie, Lotte Verbeek: Geillis Duncan, Bill Paterson: Ned Gowan, Duncan Lacroix: Murtagh Fitzgibbons Fraser, Grant O'Rourke: Rupert MacKenzie, Stephen Walters: Angus Mhor, Laura Donnelly: Jenny Fraser Murray, Douglas Henshaw: Taran MacQuarrie, Steven Cree: Ian Murray

sabato 20 giugno 2015

Shadowhunters, Il demone di Whitechapel

Buonpomeriggio! Torno alla carica con una nuova recensione. Sarà un po' breve, in quanto anche il racconto di cui tratta è corto di per sé: mentre fino ad ora era stata Jeky a proporvi le sue opinioni sulle prime due uscite de Le Cronache dell'Accademia degli Shadowhunters, il terzo capitolo tocca a me! Ritrovandoci a parlare della stessa saga, è possibile che senza accorgermene ripeta cose che lei ha già detto, ma abbiate pazienza. Come sempre, vi auguro buona lettura e vi invito a fare ATTENZIONE AGLI SPOILERS: purtroppo, trattandosi di un episodio così ristretto, è impossibile da descrivere evitandoli tutti.


IL DEMONE DI WHITECHAPEL
Cassandra Clare, Maureen Johnson




Editore: Mondadori
Prezzo: eBook 2,99 €
Pagine: 102
Serie: Shadowhunters: Le Cronache dell'Accademia #3


Trama: Jack lo Squartatore si aggira per le strade di Londra, e solo gli Shadowhunters possono fermarlo. Sarà Simon a scoprire la verità dietro gli omicidi del presunto Jack lo Squartatore, fermato da Will Herondale e dal suo istituto di Shadowhunters vittoriani. Il terzo episodio inedito delle Cronache dell'Accademia Shadowhunters.



RECENSIONE

Nonostante il racconto sia brevissimo, ho deciso di dargli 4 stelle perché l'ho molto apprezzato. Le avventure di Simon all'Accademia mi risultano sempre piacevoli da leggere e anche in questo caso è stato così: Simon è proprio il classico personaggio in cui tutti siamo in grado di immedesimarci, e sue interazioni con personaggi come George o Jace mi stampano sempre un sorriso sulle labbra.

In realtà, ciò che mi ha fatto apprezzare questa storia è stato risentire di tutti i personaggi da me tanto amati nella saga di Shadowhunters: Le Origini: Tessa, Will, Cecily, Gabriel, Fratello Zaccaria e perfino Jessamine. Leggere di loro anche solo per poche pagine e vedere che la loro "vita" è proseguita oltre quei tre libri mi ha fatto un po' emozionare. Sì, probabilmente sono troppo sentimentale, ma questo può farvi capire quanto mi siano rimasti impressi.

Ovviamente storia si sviluppa velocemente per questioni di spazio, il che, a parer mio, è un po' un peccato. Il concept di Jack lo Squartatore è ormai trito e ritrito, ma il racconto si snoda comunque senza annoiare (probabilmente anche perché non ne ha il tempo). L'inserimento di questo intermezzo toglie un po' di spazio al vero protagonista, Simon, ma lo fa in modo equilibrato, alternando scene dell'uno e degli altri.

L'edizione è disponibile soltanto in eBook: trovo che 2,99 € sono un prezzo piuttosto alto per sole 102 pagine, un lusso che si può concedere chi ha fretta di rimanere a contatto col mondo degli Shadowhunters, mentre per gli altri consiglierei di attendere l'uscita di un'edizione unica comprendente tutti i racconti.

Concludendo, il racconto rimane perfettamente in linea con gli altri e vale la pena spenderci del tempo. Tuttavia, se non avete letto Le Origini dovreste correre subito a farlo e siete interessati a leggere solo di Simon, non vi garantisco che vi piacerà quanto a me.




Cassandra Clare - Shadowhunters, Le Cronache dell'Accademia:

1. Benvenuti in Accademia (Welcome to Shadowhunter Academy), 30 marzo 2015 - Sarah Rees Brennan
2. L'Herondale scomparso (The Lost Herondale), 30 aprile 2015 - Robin Wasserman
3. Il demone di Whitechapel (The Whitechapel Fiend, 2015), 30 maggio 2015 - Maureen Johnson
4. Nothing but Shadows, 30 giugno 2015
5. The Evil We Love, 30 luglio 2015
6. Pale Kings and Prince, 30 agosto 2015
7. Bitter of Tongue, 30 settembre 2015
8. The Fiery Trial, 30 ottobre 2015
9. Born to Endless Night, 30 novembre 2015
10. Angles Twice Descending, 30 dicembre 2015

domenica 14 giugno 2015

Il Calice della Vita

Ciao a tutti e ben ritrovati nelle recensioni di Jeky&Lale.
Oggi parliamo de "Il Calice della Vita" di Glenn Cooper. Parto dal presupposto che non mi aspettassi un capolavoro, e infatti le mie aspettative non sono state deluse proprio per questo.
Ma bando alle ciance e proseguiamo!


IL CALICE DELLA VITA
Glenn Cooper


Editore: Nord (edizione rilegata), Tea (brossura)
Prezzo: Rilegato 16,90 €, Brossura 12,00 €, Ebook 4,99 €
Pagine: 416
Serie: ---

Trama: Inghilterra, XV secolo. Non è la prigione a gettare Thomas Malory nel più nero sconforto. È la consapevolezza di avere fallito, proprio come tutti coloro che lo hanno preceduto. Ormai ha una sola ragione di vita: proteggere la chiave che dà accesso a un segreto antichissimo. E ha un solo modo per farlo: scrivere un'opera sulle gesta di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda... Inghilterra, oggi. Arthur Malory è sconvolto. Prima ha visto il suo migliore amico, Andrew, morire per mano di un assassino, poi è sfuggito per miracolo all'incendio che ha distrutto la sua casa. E tutto ha avuto inizio con una telefonata, quella in cui Andrew gli annunciava di avere novità sensazionali riguardo alla loro grande passione comune: il Graal. Da quel momento, Arthur è diventato il bersaglio di uomini senza scrupoli, determinati a completare una missione iniziata in Palestina, la notte in cui Gesù ha bevuto dal sacro calice, durante l'Ultima Cena. La sua unica possibilità di salvezza è trovare il Graal prima di loro. E, per riuscirci, dovrà rintracciare e seguire una catena d'indizi lasciata dal suo illustre antenato, Thomas Malory. Ma la sfida più grande che attende Arthur è la natura stessa del potere del Graal. Un potere che risale all'origine dell'universo, un potere che va oltre la Chiesa, oltre la morte di Cristo, oltre la vita...



RECENSIONE

Ah, Glenn Cooper... è sempre un combattimento interiore valutare le sue opere.
Come per tutti i libri che ho letto fin'ora di questo autore, anche "Il Calice della Vita" ha i suoi alti e bassi, forse un po' troppi bassi molto bassi in questo caso (perdonate il gioco di parole), ma si fa leggere.

Ma andiamo con ordine. Excalibur e il Santo Graal sono argomenti che fanno la loro comparsa nella bibliografia di qualunque autore che copra il genere avventura/thriller/mistery. Ma se da una parte abbiamo il famoso "Il Codice DaVinci" di  Dan Brown e il meno famoso (ma non meno importante) "Il Segreto di Excalibur" di Andy McDermott, dall'altra abbiamo Glenn Cooper che, con questo volume, ci fa un po' cadere le braccia.
La trama si sviluppa (troppo) velocemente, con un protagonista che vede morire alcuni dei suoi più cari amici senza battere ciglio, che si innamora con la stessa facilità con cui alle elementari si scrivevano le letterine "Vuoi metterti con me? Sì o No" e che con tutta la sfiga che gli piomba addosso vede sempre il bicchiere mezzo pieno e dice: "Bene, ora posso dedicarmi alla mia ricerca!".
Ahimè, non è minimamente verosimile.
Sorvoliamo quindi sul protagonista e vediamo il lato positivo: gli ambienti sono perfettamente descritti (anche troppo!) e riescono a creare un'immagine chiara e pulita nella mente del lettore, ma sebbene questo sia un punto a favore, il romanzo non riesce proprio a tirarsi su. Infatti a peggiorare le cose ci si mette la scelta linguistica.

Prima di parlare del linguaggio c'è da specificare che come quasi ogni libro del genere, che comincia con aperture religiose, alla base ci sono spiegazioni scientifiche studiate e - supponiamo - validate. "Il Calice della Vita" non fa eccezione e questa volta tira in ballo la fisica.
Ora, quanti di voi hanno studiato fisica? Che ci crediate o no, io in sedici anni di scuola (dalle elementari all'università) non ho mai studiato fisica, quindi capirete la mia difficoltà quando verso l'ultimo terzo del libro cominciano a susseguirsi tre o più pagine di spiegazioni sul multiverso, neutrini e neutralini, stringhe vibranti e chi più ne ha più ne metta. dove vengono utilizzati termini talmente specifici che alla fine della pagina sei indeciso se cimentarti di nuovo nella lettura o andare avanti senza capire un beneamato. Io ho scelto la seconda opzione.

Siccome anche per questo libro mi sono data alla lettura digitale, non posso fare commenti circa l'edizione, anche se conoscendo la Nord e vedendo le edizioni di volumi più vecchi, vi posso consigliare senza ombra di dubbio di affidarvi al supporto digitale o - se proprio siete affezionati alla carta (cosa che sono anche io, ma economicamente il digitale è più favorevole) il mio consiglio è di andare sull'edizione economica perchè in alcuni punti potreste rischiare dei colpi al cuore per la mancata coniugazione dei verbi.

Concludendo, il libro - come si evince dalla mia recensione - meriterebbe solo due stelle (troppi alti e tropi bassi), ma nonostante tutti i suoi difetti si fa leggere e riesce a portare il lettore fino alla fine stuzzicando la curiosità che però non viene completamente soddisfatta dal finale semi aperto. Quindi tre stelle sulla fiducia!




Glenn Cooper - Altre Opere:

1. La biblioteca dei morti, 2009 (Library of the Dead, 2009)
2. Il libro delle anime, 2010 (The Book of Souls, 2010)
3. Il tempo della verità, 2012 (The Library Card, 2012)
4. I custodi della biblioteca, 2012 (The Librarians, 2012)

• La mappa del destino, 2011 (The Tenth Chamber, 2011)
• Il marchio del diavolo, 2011 (The Devil Will Come, 2011)
• L'ultimo giorno, 2012 (Near Death, 2012)
• Il calice della vita, 2013 (The Resurrection Maker, 2013)
• Dannati, 2014 (Down - Pinhole, 2014)


venerdì 5 giugno 2015

Shadowhunters, L'Herondale Scomparso

Ben ritrovati lettori!
Avete passato un bel 2 giugno? Avete fatto il ponte? Io ho approfittato del mio per non fare assolutamente nulla :D così sta notte ho finito il secondo volume de "Le Cronache dell'Accademia" e di - di cui vi parlerò a breve - e iniziato una nuova storia.
In realtà questa recensione era pronta già mercoledì, ma non ho avuto tempo di postarla, e visto che ieri sono stata a Expo ve la porto oggi.
Come mi aspettavo questo volume comincia a dare un po' di spessore alla storia, ma bando alle ciance e diamoci dentro!
PS: attenti a leggere la trama perché spoilera molto!


L'HERONDALE SCOMPARSO
Cassandra Clare&Robin Wasserman


Editore: Mondadori
Prezzo: Ebook 2,99 €
Pagine: 64
Serie: Shadowhunters, Le Cronache dell'Accademia #2

Trama: Simon scopre che il peggior crimine che uno Shadowhunter possa commettere è disertare. All'inizio del Diciannovesimo secolo, Tobias Herondale abbandona i compagni Shadowhunters nel mezzo della battaglia, condannandoli a morte certa. La sua azione sarebbe stata punita con la morte se non fosse che Tobias scompare nel nulla. Il Conclave reclama la vita della moglie al posto della sua. Simon e gli altri studenti rimangono scioccati dalla brutalità della decisione del Conclave soprattutto quando scoprono che la donna era incinta. Ma se il neonato fosse sopravvissuto... Forse là fuori potrebbe esserci un ramo disperso della famiglia Herondale.



RECENSIONE

Nuovo capitolo delle (dis)avventure di Simon Lewis all'Accademia degli Shadohunters.
Che dire... comincia a rivelarsi la personalità di Simon, sia quella pre-perdita della memoria, sia quella del nuovo Simon.

Questa volta la trama si svolge più nei ricordi e nelle storie raccontate che nel presente, ma indubbiamente migliora rispetto al volume precedente ponendo il nostro protagonista nella situazione di confrontarsi con una società arcaica. L'ambientazione spazia tra l'accademia e il luogo della missione e lo spazio dedicato alle descrizioni è minimo se non inesistente, come al solito vengono preferiti discorsi diretti e riflessioni personali.
Durante la lettura viene introdotto un personaggio della famiglia Herondale che apre le porte alla possibilità che in una delle prossime serie Jace si ritrovi con almeno un cugino in giro per il mondo che porta il suo stesso cognome.

Disponibile solo in ebook, anche questo al prezzo di 2,99€, è una cifra che pensandoci bene, non è poi molto onesta per la storia che offre, però capisco la necessità di pagare almeno chi traduce.

Anche a questo secondo volume le tre stelle sono dovute perché sebbene non sia niente di speciale riesce a far immedesimare il lettore nel personaggio di Simon senza alcuna difficoltà, e nella parte finale regala un momento di nostalgia.




Cassandra Clare - Shadowhunters, Le Cronache dell'Accademia:

1. Benvenuti in Accademia (Welcome to Shadowhunter Academy), 30 marzo 2015 - Sarah Rees Brennan
2. L'Herondale scomparso (The Lost Herondale), 30 aprile 2015 - Robin Wasserman
3. Il demone di Whitechapel (The Whitechapel Fiend, 2015), 30 maggio 2015 - Maureen Johnson
4. Nothing but Shadows, 30 giugno 2015
5. The Evil We Love, 30 luglio 2015
6. Pale Kings and Prince, 30 agosto 2015
7. Bitter of Tongue, 30 settembre 2015
8. The Fiery Trial, 30 ottobre 2015
9. Born to Endless Night, 30 novembre 2015
10. Angles Twice Descending, 30 dicembre 2015


domenica 31 maggio 2015

Beauty

Bentrovati!
Per proseguire le recensioni, ho deciso di scrivere a proposito della trilogia Beauty di Scott Westerfeld che ho letto poco tempo fa. Questa tratta di tematiche talvolta delicate, mentre dipinge il quadro di un futuro distopico. Proprio perché le tematiche sensibili trattate sono la forza motrice della storia e dei protagonisti, sarà molto molto difficile per me limitarmi a dare un'opinione motivata senza incorrere in spoiler troppo grandi. Cercherò di impegnarmi a riguardo, anche se non posso garantire nulla... Vi invito a fare attenzione!


BEAUTY
Scott Westerfeld


Editore: Mondadori
Prezzo: Copertina flessibile 22,00 €, eBook 8,99 €
Pagine: 1015
Serie: Beauty. La trilogia: Brutti-Perfetti-Speciali

Trama: Tally è Brutta. Tally è Perfetta. Tally è Speciale. Nel suo mondo si è Brutti fino all'adolescenza. Brutti... normali, con le imperfezioni e i difetti di tutti. Ma i Brutti sono considerati ordinari, volgari, disgustosi, indecenti. E non desiderano altro che diventare Perfetti. Tally ama le imperfezioni della normalità. Le sorprese dell'amicizia. Gli imprevisti della libertà. Accade al compimento del sedicesimo anno: i ragazzi e le ragazze vengono sottoposti per legge a un'operazione di chirurgia plastica estrema, che corregge ogni minima sbavatura e li rende bellissimi, uguali a tutti i Perfetti. E la loro vita diventa un turbine di feste, vestiti, musica, luci, in cui la testa si perde. Per sempre. Tally sa che non è per sempre. Che c'è un modo di ricordare. Che deve fidarsi di chi la ama. Ci sono anche Perfetti che lo sono più degli altri. Sono loro che diventano Speciali. Lucidi, gelidi, implacabili macchine da guerra. Tally deve sapere chi è.



RECENSIONE

Beauty è l’edizione italiana della trilogia Uglies di Scott Westerfeld, che racchiude Brutti, Perfetti, Speciali. In Italia, i primi due erano in un primo momento editi separatamente. Dopo la loro uscita, la casa editrice aveva interrotto la stampa della serie che, dopo alcuni anni, è stata ripresa: il terzo volume, però, non è mai uscito singolarmente, bensì direttamente raccolto in Beauty.
Esiste anche un quarto volume – di cui non parlerò - appartenente alla saga, Extras, inedito nel nostro paese: esso si svolge nello stesso mondo in cui è ambientata la trilogia, ma racconta una storia successiva e correlata solo indirettamente alla principale.

Lo stile di Westerfeld è lineare e anche la traduzione italiana è risultata per me molto scorrevole. La storia di Tally, la protagonista, è ambientata in un futuro lontano: la razza umana ha costruito da zero una nuova società basata su valori e classi ben precisi, dopo che quella attuale ha quasi causato l’estinzione dell’intera umanità e gravi danni all’ecosistema. Le persone sono ora raccolte in città isolate tra loro, mentre tra l’una e l’altra si lascia che la natura selvaggia faccia il proprio corso.

Il fulcro della storia è la diversità: il primo concetto che insegnano ai bambini in quella società è che la causa di ogni conflitto è la disuguaglianza, per cui a sedici anni ogni adolescente va incontro a pesanti operazioni chirurgiche per uniformarsi ai canoni di bellezza locali. In un mondo dove tutti sono belli, alti, con i lineamenti perfetti, è ovvio che la sola idea di essere "brutti" scateni puro terrore nell'animo di Tally. Ella, tuttavia, dopo una serie di incontri ed eventi, inizierà a porsi domande, scatenando una serie di sorprendenti e inarrestabili reazioni a catena.

Tutto questo dà molti spunti su cui riflettere: l'uso della chirurgia estetica, l’importanza data all’esteriorità, l’affermazione della propria identità, l’integrazione nella società e anche molto altro, come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. Queste sono tematiche che fuoriescono dal testo futuristico e distopico per proiettarsi direttamente sulla società odierna.

Ho deciso di valutare questo libro con 4 stelle per diversi motivi: il voto alto si deve al fatto che sia stata una lettura sorprendentemente piacevole, tuttavia non si è meritato il massimo in quanto ha anche diversi contro.
I personaggi sono ben impostati, ma a parer mio sarebbero potuti essere approfonditi: Tally essendo la protagonista è ovviamente la meglio definita, ma gli altri, che subiscono drammi non indifferenti, sarebbero dovuti risultare altrettanto formati dagli eventi. Forse ciò che mi ha turbato è stato che, trattandosi di un testo che parla di esteriorità, i maggiori cambiamenti nei personaggi si ritrovino nella loro fisicità più spesso che nella loro emotività.
Inoltre, nonostante il finale rappresenti una conclusione ben ponderata per un processo portato avanti lungo tutta la trilogia, l’ultimo libro è stato per me poco convincente.

Mi sbilancio nel dire che vale la pena leggere questi libri se avete voglia di un testo impegnato, che faccia riflettere mentre intrattiene e rimane leggero.




Scott Westerfeld - Uglies:

1. Brutti, 2006 (Uglies, 2005)
2. Perfetti, 2007 (Pretties, 2005)
3. Speciali (Specials, 2006) inedito singolarmente (Beauty: la trilogia, 2011, contiene Brutti-Perfetti-Speciali)
4. Inedito (Extras, 2007)