venerdì 3 luglio 2015

Outlander

Benvenuti al primo appuntamento con questa nuova rubrica!
Essendo una novità spieghiamo brevemente di cosa di tratta: io e Lale, condividendo questo blog, ogni tanto ci cimenteremo in recensioni (di libri, film, serie tv etc) doppie come quella segue; sarà quindi una specie di doppia intervista in cui affronteremo le stesse tematiche ma ognuna col suo punto di vista.
Il nostro primo incontro riguarda la serie tv di Outlander che ci ha letteralmente conquistate, al punto che, entrambe, abbiamo avuto l'irrefrenabile impulso di scrivere il nostro commento al riguardo!


OUTLANDER
Serie TV

J:
L:

Paese: USA/UK
Anno: 2014/15
Episodi: 1° stagione - 16 episodi
Stagione: una, rinnovata per la seconda

Trama: Claire Randall, un'infermiera della seconda guerra mondiale viene misteriosamente catapultata indietro nel tempo nella Scozia del XVIII secolo.
Si ritrova così in un mondo sconosciuto in cui la sua stessa vita è in pericolo. Nel passato incontra Jamie Fraser, un giovane soldato scozzese cavalleresco e romantico, che farà vacillare il suo amore per il marito Frank Randall. 1945 e 1743, Jamie e Frank. Due uomini, due epoche. L'amore di una sola donna: Claire.



RECENSIONE

J: Tratto dall’omonimo romanzo di Diana Gabaldon del 1991, Outlander è un soffio di aria fresca nel mondo delle serie tv dove ormai si susseguono show che puntano il proprio successo sulla fortuna e rischiano la cancellazione una stagione sì e l’altra pure. La trama, di per sé non particolarmente complessa, si sviluppa sul tema del viaggio nel tempo che nel vecchio continente non è tenuto in considerazione tanto quanto nel nuovo mondo.
Claire, forte e indipendente infermiera inglese, cerca di riprendere le redini della sua vita col marito Frank dopo la fine della guerra facendo un viaggio fra le Highlands scozzesi. Quello che di certo non si aspetta è che il viaggio, che dovrebbe riavvicinarla al marito, la porterà più lontano di quanto avrebbe mai creduto possibile, fino alla Scozia del diciottesimo secolo dove la attende Jamie. La nuova vita la metterà così, davanti a scelte che potrebbero cambiare drasticamente la storia. E non solo la sua.

L: Ammetto che prima di questa serie TV la parola ‘Outlander’ per me si riferiva soltanto all'omonimo film del 2009 e non di certo alla Saga di Claire Randall. Ero abbastanza ignorante da non sapere del libro di Diana Gabaldon, a cui questa serie è mille volte più fedele del vecchio film, che dal testo originale probabilmente trattiene soltanto l’ambientazione.
La serie TV Outlander fonde in modo maestrale delle vicende storiche con una storia d’amore: infatti, sullo sfondo del romance di Claire e Jamie sfilano l’occupazione inglese delle terre Scozzesi, la resistenza giacobina e tutti gli usi e i costumi del XVIII secolo. La vicenda conquista gradualmente lo spettatore, non solo intrattenendolo con eventi avvincenti che lo costringono a rimanere incollato davanti al piccolo schermo, ma quasi istruendolo su come si vivesse all'epoca.
J: La cosa che ho più apprezzato della serie è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi. I tre protagonisti vengono presentati immediatamente: sono caratteri ben definiti e dalla personalità forte. Devo ammettere che, anche se senza una ragione specifica, avevo subito indicato Frank come il villain e sebbene mi sia sbagliata, non è stato un completo errore. Tobias Menzies, che oltre a interpretare Frank ha anche il ruolo di Randall, è un cattivo coi fiocchi. Se mi immagino un cattivo è lui che vedo: riesce a tirar fuori la crudeltà del suo personaggio con (quella che sembra) una disinvoltura naturale. Il che a ben vedere è un po’ preoccupante xD.
Se il villain è il personaggio che più mi ha colpito, lo stesso non si può certo dire della protagonista o meglio dell’attrice che la interpreta. Claire è uno spirito libero, temprata dalla guerra sa quello che vuole e, venendo dal futuro, non accetta la condizione di sottomissione che ci si aspetterebbe da una donna nel Diciottesimo secolo. Purtroppo, a mio avviso, Caitriona Balfe non è una scelta eccellente. Fa il suo dovere, eh, ma la sensazione che ho avuto è che si immedesimi poco nel personaggio.
Cosa che invece non si può dire per Sam Heughan che interpreta Jamie alla perfezione: l’innocenza, l’amore, la vergogna, il dolore e il coraggio del personaggio vengono fuori a ogni scena (oltre a una buona dose di vedo/non vedo da rifarsi gli occhi). Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati e riescono ad alleggerire le situazioni difficili con quell’ironia tipica che ci si aspetta da uno scozzese!

L: Già dalla prima puntata, Claire mi è piaciuta subito. È una donna abbastanza sicura di sé da non piangersi addosso (se non in casi estremi) come, invece, potrebbe fare la tipica protagonista femminile che sta ferma, in attesa del principe azzurro che arrivi a salvarla. Il suo background è perfettamente rispecchiato nella sua personalità: la sua esperienza da infermiera al fronte l’hanno resa quello che è, e lei non ha paura di dimostrarsi testarda, inarrestabile, ma anche premurosa e gentile quando serve. Nonostante sia consapevole di essersi ritrovata in una società fondamentalmente maschilista e patriarcale, lotta per guadagnarsi il rispetto che merita da chi le sta intorno.
Tuttavia, forse Caitriona Balfe (Claire) non è stata la migliore interprete. Se devo scegliere l’attore la cui interpretazione mi ha colpito di più, vado sicuramente su Tobias Menzies, che ha dato vita a Black Jack Randall: nonostante non sia un uomo dalle espressioni facciali particolarmente articolate, ha saputo calarsi perfettamente nella parte. Era da molto tempo che non mi capitava di odiare un antagonista tanto quanto ho odiato lui mentre guardavo questa serie. Mi ha lasciata letteralmente stupefatta, pendevo dalle sue labbra a causa dell’orrore che le sue parole spesso mi suscitavano.
Riguardo al resto del cast, mi ha fatto sorridere venire a sapere che alcuni di loro fossero veramente di origini scozzesi; in ogni caso, evito di dilungarmi oltre e vi dico solo che hanno fatto tutti un lavoro magnifico. Vorrei, infine, fare una menzione speciale all'aspetto fisico di Sam Heughan (Jamie), visione particolarmente apprezzata durante tutto il telefilm.
J: Per diretta ammissione degli stessi attori, molte delle sene della serie tv in questione sono state girate in esterno, e si vede. Panoramiche mozzafiato e scenografie ben progettate danno quel tocco alla serie che la rende vera, togliendole la patina di finzione che spesso viene fuori da progetti ambientati in periodi non contemporanei.
Non essendo un’esperta di regia e fotografia eviterò di soffermarmi su cose che non mi competono, ma devo proprio dire che la scelta di certe inquadrature rendono molto bene la drammaticità di alcuni momenti e l’esaltazione – a tratti psicotica - di altri.
Di seguito spoiler (evidenziate per leggere): mi riferisco precisamente alla scena di quando Randall racconta la fustigazione di Jamie, il piacere che il personaggio prova e di cui parla viene trasmesso dalle parole alle immagini con una fluidità che fa veramente accapponare la pelle per l’orrore che trasmette. Stesso discorso vale per la prima notte di nozze di Jamie e Claire: le inquadrature riescono a trasmettere allo spettatore le sensazioni di timidezza, di scoperta, di vergogna e perché no, di amore, che i due personaggi provano senza il bisogno di spiegazioni verbali.
Ad accompagnare magnifici panorami c’è una colonna sonora non troppo ampia che si basa sui suoni che tipicamente vengono associati alla Scozia, prime fra tutte le cornamuse.

L: Purtroppo, tutto ciò che posso giudicare in materia di scenografie sono le location.
Le Highlands scozzesi sono state descritte come uno dei panorami più scenografici di tutta Europa (con tutta la ragione del mondo). L'area è un alternarsi di catene montuose e valli verdi, oltre che di castelli, laghi, boschi e animali, domestici e selvatici. Tutto ciò è stato lo sfondo perfetto per lo svolgersi delle vicende di Outlander, sia per questioni di attinenza alla trama, sia come sostegno al panorama storico che la serie voleva inquadrare: infatti il fatto che il posto sia scarsamente abitato ed edificato ha permesso ad un drama storico come questo di girare liberamente all’aperto.
Mentre guardavo la serie, riuscivo quasi ad immaginarmi ad attraversare quelle zone insieme ad i personaggi, e devo ammettere che il panorama mi sarebbe piaciuto molto. Il posto più nominato è stato Inverness e, facendo delle ricerche, ho capito il motivo: tra i pochi centri abitati, è il più grande e importante. Lì vicino si ritrova sulla collina di Craigh na Dun, su cui sorge un antico cerchio di pietre druidico, che diventerà luogo chiave per il viaggio di Claire. Le credenze arcane ed esoteriche che accompagnano questo luogo per tutta la trama – nel 1743, ma anche nel 1945 – mi hanno fatto pensare al più famoso sito Stonehenge. Sarei curiosa di sapere se questo tipo di costruzioni, che sembra così ricorrente in Gran Bretagna, abbia origine da una cultura comune.
J: Per molti versi la serie tv di Outlander è stata associata a quella di Game of Thrones per le tematiche trattate e le immagini mostrate. Indubbiamente le due serie hanno vari punti in comune, ma io sono dell’idea che Outlander – forse perché scritto da una donna, forse proprio perché il punto di vista è quello di una donna – affronti temi pesanti, come lo stupro e la tortura, con un coinvolgimento e una consapevolezza maggiori. E siccome la recensione non è il confronto sulle due serie, procediamo da qui.
Posizionandosi in un periodo storico di “guerra”, Outlander mostra inevitabilmente la violenza che caratterizzava il Settecento Inglese/Scozzese, questa è però trattata con molta intelligenza in quanto le immagini più crude sono lasciate all’immaginazione dello spettatore, mentre quelle “sopportabili” vengono cucite insieme in modo da rendere la situazione completamente reale per chi guarda.
A livello psicologico ed emozionale ogni tema viene toccato e approfondito: l’onore e l’orgoglio la fanno da padroni, lasciando – a volte – indietro l’amore che però piano piano riesce a trovare la sua strada, forse un po’ forzatamente. La famiglia e l’amicizia si basano su rapporti di lealtà e fiducia, mentre i legami di sangue ballano fra l’essere un ostacolo e l’essere la forza per andare avanti.
Parlando di amore e violenza, per quanto appetibile come accoppiamento, è doveroso parlare di come questa serie affronti la nudità sia femminile che maschile. Sì, avete capito bene: in Outlander in nudo maschile e quello femminile sono sullo stesso livello, mostrati entrambi integralmente sia davanti che dietro, ed entrambi usati solo ed esclusivamente quando necessario e non in funzione di un incremento dell’interesse (dai ammettiamolo, il nudo integrale di Jamie lo volevamo tutte xD).

L: Come ci si aspetterebbe da una storia del genere, essa si basa molto su temi come il la politica, l’onore, il lignaggio. La serie si basa anche molto sulla fisicità: inizalmente sembra quasi voler dipingere una linea di confine tra gli scozzesi, inquadrati come persone rudi, poco acculturate, dalla mente chiusa, in contrasto invece con gli inglesi tutti dediti all’integrità, alla rispettabilità e all’etichetta. Con il procedere degli eventi, tuttavia, ciò si capovolge: inevitabilmente si inizia a simpatizzare per gli scozzesi, nonostante continuino a soprannominare Claire Sassenach (‘sassone’) in modo pressoché dispregiativo e a parlare tra di loro in scozzese per escluderla; essi non desiderano altro che la libertà dall’occupazione inglese per sé e per le proprie famiglie. Invece gli inglesi – e in particolare il loro rappresentante all’interno della serie, Black Jack – si rivelano ipocriti, razzisti, prepotenti, perfino crudeli.
Ad accompagnare questa trasformazione, non potevano mancare violenze fisiche e stupri, rappresentate allo spettatore come un alternarsi di vedo-e-non-vedo che spesso rende le scene ancora più cruente, essendo che esse sono lasciate parzialmente all’immaginazione. Ancora peggiori sono state le violenze psicologiche che hanno caratterizzato, in particolare, gli ultimi episodi: sono state dei dettagli che hanno arricchito e reso verosimile la storia, ma allo stesso tempo sono state quelle che mi hanno amareggiata maggiormente; nonostante sapessi che si trattava di un telefilm, non riuscivo a capacitarmi di come una persona – o, per meglio dire, un personaggio – potesse fare o subire tanta cattiveria. In questo caso, la sessualità si contorce per diventare anch’essa deformata e morbosa.
La storia d’amore che sboccia gradualmente tra Claire e Jamie è una boccata di respiro in mezzo a questo quadro cruento. La loro sessualità imbarazzata e impacciata li fa sorridere. Nonostante anch’essi dovranno evolvere e crescere come coppia man mano che il gioco si fa duro, questo alone di simpatia per loro resta e fa pensare che, fortunatamente, al mondo c’è anche un po’ di bene.

La gente scompare di continuo, chiedetelo a qualunque poliziotto. O, meglio ancora, a un giornalista: le scomparse sono il loro pane quotidiano
Ragazzine che scappano di casa, bambini che sfuggono di mano ai genitori e spariscono senza lasciare traccia. Casalinghe frustrate che, avendone fin sopra i capelli, prendono i soldi delle spese e fuggono in taxi fino alla stazione dei treni. Uomini delle finanza che cambiano nome e svaniscono nel fumo di sigari d'importazione.
Molti di loro vengono ritrovati, alla fine, vivi o morti. Alle scomparse, dopotutto, una spiegazione c'è
Di solito.




Informazioni:

Cast: Caitriona Balfe: Claire Beauchamp Randall, Sam Heughan: Jamie Fraser, Tobias Menzies: Frank Randall / Jonathan Randall, Gary Lewis: Colum MacKenzie, Graham McTavish: Dougal MacKenzie, Lotte Verbeek: Geillis Duncan, Bill Paterson: Ned Gowan, Duncan Lacroix: Murtagh Fitzgibbons Fraser, Grant O'Rourke: Rupert MacKenzie, Stephen Walters: Angus Mhor, Laura Donnelly: Jenny Fraser Murray, Douglas Henshaw: Taran MacQuarrie, Steven Cree: Ian Murray